mercoledì 6 luglio 2016

Piedi scalzi



© Alessio D'Alù
In Sicilia l’influsso spagnolo è vivo più che mai. Alcuni dialetti sono punteggiati da parole tipiche dell’idioma iberico; taluni modi di fare tramandano i segni di una dominazione che ancora oggi rimane protagonista della storia dell’isola. Tra questi, le processioni religiose.
In molti centri si può assistere ad un miscuglio tra fede e folklore che fa storcere il naso ai puristi della liturgia e sorridere i non credenti.
Personalmente chino il capo in segno di rispetto verso quanti compiono, con fede sincera, gesti che
possono sembrare desueti e quasi inopportuni.
La volontà di tramandare ai posteri le nostre tradizioni non può che essere salutata con favore. Il desiderio di non disperdere il patrimonio culturale che ci è stato lasciato dai nostri padri non può che essere condiviso ed apprezzato. Il sacrificio di lottare contro una società che stenta a smarcarsi dal nichilismo non può che essere sostenuto ed incoraggiato.
Se credenti, pregheremo. Se non credenti, rispetteremo quanti hanno un’idea diversa dalla nostra.




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