Fra le sensazioni più sgradevoli che si possano provare c’è, sicuramente, la privazione della propria libertà.
Una privazione che non è da intendersi sola dal punto di vista fisico, come per esempio la detenzione carceraria, ma più ampiamente come impossibilità di esternare.
Sono molteplici le modalità con cui ciascuno di noi proietta all’esterno il propria personalità e appaiano in ognuna delle sfere emotivo-relazionali che riempiono la nostra vita.
Non sempre, però, possiamo essere liberi di dire e fare ciò che riteniamo. Dobbiamo scendere a compromessi, più di quanto non si possa immaginare, con la realtà che ci circonda, assecondandola e non urtando la sua sensibilità.
Risultato? Spesso, anzi spessissimo, ci sentiamo come in gabbia.
Una privazione che non è da intendersi sola dal punto di vista fisico, come per esempio la detenzione carceraria, ma più ampiamente come impossibilità di esternare.
Sono molteplici le modalità con cui ciascuno di noi proietta all’esterno il propria personalità e appaiano in ognuna delle sfere emotivo-relazionali che riempiono la nostra vita.
Non sempre, però, possiamo essere liberi di dire e fare ciò che riteniamo. Dobbiamo scendere a compromessi, più di quanto non si possa immaginare, con la realtà che ci circonda, assecondandola e non urtando la sua sensibilità.
Risultato? Spesso, anzi spessissimo, ci sentiamo come in gabbia.
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